IL “FATTORE” TEAM BUILDING IN ATUMTEK GROUP: QUANDO L’INGEGNO INCONTRA LA PROATTIVITÁ.

Pubblicato: Apr 26, 2024

Non solo progetti, ma anche Team Building! Sì, perché – a volte, al netto delle competenze – è tutta questione di squadra! Nel contesto del Corporate Meeting dello scorso 19 aprile, il Gruppo Atumtek ha preso parte nel pomeriggio ad un’attività di Team Building coordinata da due formatori esterni.

Un momento che si è rivelato utile a tutti i partecipanti per prendere consapevolezza delle dinamiche particolari che possono attivarsi nei contesti di gruppo, soprattutto nel primissimo istante in cui è stato necessario creare le squadre. Le linee guida erano principalmente due: il poter scegliere liberamente i propri compagni e il dover accettare la decisione presa dai responsabili dell’attività. Ma come cambiano i criteri di scelta da persona a persona?Pur abituati a lavorare in team di progetto, la questione non è di poco conto. C’è chi ha scelto le persone conosciute, e chi - uscendo dalla comfort zone - si rivolta ai colleghi delle altre sedi con cui c’era meno confidenza.

Con la creazione delle otto squadre, si è poi passati allo step successivo: scegliere il nome del proprio team con l’obiettivo di darsi un’identità e creare un senso di appartenenza. In merito ai nomi, libertà alla fantasia … chi si è chiamato “Bug Boys” chi “Torre di Babele”. Quindi, l’obiettivo del progetto: costruire - a partire da alcuni semplici oggetti: scotch, forbici e spaghetti (la pasta!) – una struttura verticale autoportante (non vincolata al piano d’appoggio) che reggesse sulla cima un marshmallow. Il tutto in 18 minuti.

A precedere la fase di operatività, lo step “strategia”: pochi minuti di confronto interno al team per definire l’evoluzione del progetto, definire ruoli e regole interne (implicite o meno), gestire l’imprevisto, adattare il materiale, e studiare come stabilizzare la struttura… Mentre il countdown premeva e aumentava pressione, competitività e tensione al risultato.

A “rimanere in piedi” due soli progetti: ma a svettare più in alto la Torre di Babele! Grande euforia e grande coinvolgimento, prima del momento conclusivo di feedback. Dalle statistiche raccolte negli anni su questa attività, è emerso che a riuscire al meglio in questo costruire con pochi elementi non sono architetti e ingegneri, neppure laureati in economia o manager. Al vertice dei migliori costruttori, i bambini dell’asilo tra i 4 e i 7 anni, per il loro procedere sicuro e “libero” per tentativi ed errori -senza strategia pregressa - senza aspettarsi che il risultato rispecchi necessariamente la progettazione teorica.

Da sottolineare due elementi fondamentali. Da un lato, ci si è chiesti: in quanti gruppi le persone si sono date ruoli espliciti? In quanti – invece – i ruoli sono risultati sottintesi, quasi a dire “il mio ruolo è già riconosciuto?” soprattutto parlando di gruppi eterogenei e orizzontali, dove governance e operativi lavoravano sullo stesso piano.  In qualche gruppo, infine, è emersa la decisione di portare avanti in parallelo due modus operandi, con il tentativo di unirli in un unico progetto solo alla fine dell’esecuzione, così da non escludere di partenza nessuna visione.

A chiudere, la domanda su quali regole si siano stabilite - se stabilite – all’interno del team per fare in modo che le decisioni non venissero prese per silenzio-assenso.

Un altro aspetto emerso – restituzione importante dell’attività - lo ha colto il presidente, Fabio Piccinini: “Il momento di Team Building trascorso insieme ha fatto emergere un aspetto sorprendente: ovvero, il fatto che anche profili che quotidianamente, da ottimi esecutori, sembrino preferire il “dietro le quinte”, in questa occasione si siano messi in gioco in prima persona, dimostrando un’inaspettata proattività sia all’interno della squadra sia nel momento conclusivo di raccolta delle riflessioni. E lo hanno fatto con grande entusiasmo e a ricchezza dell’intera squadra”.